È un brano che sfrutta appieno le potenzialità espressive e
poetiche del clarinetto. Misteriosa ed evocativa la scrittura
si muove tra pianissimi appena udibili sino a toccare fortissimi
ai limiti della distorsione. Le grandi campate melodiche
conducono a pensieri lontanissimi e magici fatti
di grande libertà esecutiva ma al tempo stesso sfociano in
momenti di evidente pulsione ritmica in un gioco di chiaroscuri
che rimanda alle molteplici e contradditorie sfacettature
del mondo dei sensi che ci appartiene (R. Bellafronte).