Per clarinetto in Sib, corno in Fa e violoncello.
Composto nel 1956 a 2 anni dal diploma di Composizione, il
Trio per clarinetto, corno e violoncello riflette gli esiti metabolizzati
di un intenso e rigoroso apprendistato compositivo
iniziato undici anni prima. Si tratta di un lavoro permeato
dunque da sottili e agilissime acquisizioni artigianali che, se
da un lato confermano la straordinaria duttilità e capacità
inventiva di un Morricone che ha raggiunto una inequivocabile
maturità tecnica, dall’altro rimbalzano alcuni dei principali
portati dal magistero petrassiano di quegli anni. L’esplicità serie dodecafonica
da cui muove il suggestivo incipit del corno - e con esso l’intero brano. la cui agogica
alterna dialetticamente l’“Adagio” del principio a due sezioni in tempo “Allegro”,
mentre la dinamica copre l’intera gamma disponibile a partire dal “piano con sordina”
della prima misura alle successive flutuazioni tra pianissimo e fortissimo - rimanda
sì a stilemi che in parte sono noti, ma che anche appaiono profondamente reinventati
e tradotti con cifra personale attraverso una nuova trasparenza di timbri e di precise
“economie” formali (R. Piacentini).