Per quartetto di sassofoni.
Il titolo del brano scritto nel 1998 vuol essere metaforico e
allusivo a interni procedimenti d’elaborazione. Senza riferimenti
naturalistici, pur se l’inquietante visione notturna di
una grande città americana non risulta estranea al continuo
mutare delle situazioni musicali, l’interrotta mobilità dei
suoni si unisce al minuto gioco di varianti espressive.
Suggestioni di un “paesaggio notturno”, appunto, ma segreto
(V. Fellegara).